E` vero che le intolleranze alimentari fanno ingrassare?
E` vero che le intolleranze alimentari fanno ingrassare?
Come posso dimagrire controllando un`eventuale infiammazione e le intolleranze.
Le domande che di frequente mi vengono poste sono :«Dottore, mi puo aiutare
a dimagrire? Mi sembra che al mio confronto gli altri si “abbuffino”., mentre io
non mangio tanto: eppure continuo a mettere su chili. Se faccio una dieta perdo
subito dei chili e appena la smetto, li rimetto su con gli interessi. C'è
qualcosa che mi può aiutare?»
Questo tipo di richiesta è sempre più
frequente ed essendo perfettamente motivata sul piano scientifico si può
spiegarè il perche sia un disagio cosi diffuso. Ci sono persone che non
conoscono la fame nervosa, evitando dolci e cibo spazzatura e magari fanno anche
movimento. Eppure non solo faticano a dimagrire, ma addirittura ingrassano. E la
frustrazione cresce insieme al girovita.
Spesso la colpa è di
un'intolleranza alimentare. Le intolleranze alimentari sono sempre più diffuse.
Ciò nonostante, da un lato la scienza stenta a riconoscere la validità degli
strumenti in grado di rilevarle, i test per l'individuazione delle allergie, e
le intolleranze alimentari, la maggior parte dei dietologi ancora oggi,
sottovaluta il rapporto tra ipersensibilità a certi alimenti e il sovrappeso. In
mezzo ci sono coloro che tendono a mettere su peso senza capire perché e che
presto scivolano in un circolo vizioso: pur di perdere qualche chilo, riducono
progressivamente il proprio introito alimentare, con l'effetto di rallentare il
metabolismo e allontanare ancor più l'obiettivo del dimagrimento.
Ma in
che modo un'intolleranza alimentare, che fino a pochi anni fa era ritenuta
responsabile solo di fenomeni di malassorbimento intestinale (e quindi di calo
del peso corporeo), può invece rendere conto dei chili di troppo?
Sappiamo
che i cibi verso cui si sviluppa un'intolleranza sono quelli che consumiamo in
quantità maggiori e continuativamente. L’introduzione ripetuta di determinati
alimenti è in grado di attivare il sistema immunitario, che per un certo periodo
(finché non viene superato uno specifico "livello di soglia") compensa il
sovraccarico, reagendovi come usa fare nei confronti di minacce sospette:
innesca una risposta infiammatoria, la difesa di prima linea contro un nemico,
reale o percepito come tale.
Numerose ricerche scientifiche negli ultimi
anni,hanno dimostrato che l' infiammazione, anche di basso grado, sollecita
particolari cellule immunitarie - i macrofagi presenti nel tessuto adiposo -
stimolandole a produrre citochine e altre molecole in grado di provocare
insulinoresistenza. L' insulina, continua a essere prodotta e messa in circolo
dal pancreas, ma le cellule del corpo diventano meno sensibili alla sua azione:
gli zuccheri circolanti nel sangue non vengono trasferiti ai tessuti e
metabolizzati come avviene in condizioni fisiologiche.
La glicemia
elevata però è dannosa per l'organismo e l’insulina, che comunque cerca di fare
il suo lavoro, immagazzina gli zuccheri come sostanze di riserva. E’ come se il
corpo fosse indotto da una serie di segnali di pericolo, non a consumare calorie
ed energia, bensì a stiparle sotto forma di depositi di grasso, proprio là dove
non vorremmo. Ecco perché, a volte, anche penalizzando il gusto in nome della
linea, se scegliamo alimenti inadatti a noi e li consumiamo indiscriminatamente,
otteniamo l'esito opposto a quello desiderato. Ciò capita anche perché non ci
rendiamo conto di quanto sia monotona la nostra dieta: se ad esempio mangiamo
biscotti a colazione, una piadina a pranzo, pizza o pasta a cena, immettiamo nel
nostro corpo non tre sostanze diverse, bensì solo frumento.
Attraverso un
test per intolleranze alimentari possiamo scoprire i cibi "critici" e impostare
un programma di rieducazione alimentare, che preveda come e quando contemplarli
a tavola, ciò ha come effetto primario la diminuzione dello stimolo
infiammatorio. Si disinnesca così l'allarme che aveva alterato le risposte
fisiologiche dell'organismo e si spezza la catena di reazioni metaboliche,
sostanzialmente difensive, che sostengono la tendenza ad ingrassare.
Controllando l'infiammazione da cibo, si mette in moto una specie di segnale
uguale e contrario a quello che precedentemente aveva provocato aumento di massa
grassa in punti del corpo sbagliati. Una dieta ben fatta che rispetti alcuni
principi alimentari è in grado di aiutare le persone che soffrono di
intolleranze a ritrovare la propria forma fisica e dimagrire.Una dieta che
controlli l'infiammazione da cibo (intolleranze alimentari) spesso consente di
perdere peso proprio nei posti in cui il grasso si è accumulato e facilita la
riattivazione del metabolismo, ricreando la giusta sensibilità all'insulina. In
questa maniera abbiamo benefici anche su numerosi disturbi immunologici. Una
volta recuperata l`intolleranza alimentare si conquista il peso-forma. Così si evita l'ossessione per la misurazione delle calorie e si evita anche di
pesare continuamente i cibi.
Quali sono i possibili sintomi
di un’intolleranza alimentare?
SINTOMI GENERALI:
stanchezza cronica,
sonnolenza, ritenzione idrica, aumento della sudorazione, linfoadenopatia
tonsillare, obesità.
APPARATO GASTRO-ENTERICO:
difficoltà digestive,
gonfiore addominale, senso di nausea, dolore e crampi addominal, iperacidità
gastrica, gastrite, ulcera gastro-duodenale, colite, diarrea, stitichezza,
flatulenza, ruttazione, aerofagia, emorroidi.
APPARATO CUTANEO:
orticaria, acne, eczema, dermatite, psoriasi, cellulite.
SISTEMA NERVOSO:
cefalea, emicrania, alterazione dell’equilibrio, ansia,
depressione, irritabilità, torpore mentale, scarsa memoria, difficoltà di
concentrazione.
APPARATO RESPIRATORIO:
difficoltà
respiratoria, asma, tosse, raucedine, eccesso di muco, rino-faringite, sinusite,
bronchite ricorrente.
SISTEMA CARDIO-CIRCOLATORIO:
alterazione della pressione arteriosa, palpitazioni, extrasistole.
APPARATO URO-GENITALE:
disturbi della libido, infiammazioni uro-genitali.
SISTEMA MUSCOLO-ARTICOLARE:
crampi, spasmi, tremori muscolari, debolezza
muscolare, dolori articolari e muscolari, infiammazioni muscolo-tendinee.
Nel prossimo articolo spiegherò come vengono seguiti i nostri pazienti con
le varie intolleranze alimentari fornendo alcuni esempi di "Dieta a Rotazione
Dissintosicante".
Scarica e leggi tutto l'articolo originale del Dott. Afentopoulos
Dott. Afentopoulos Ioannis
Biologo ind fis/co - Nutrizionista
E-mail:
afentopoulos@libero.it
Cell: 3483552502